La necessità di una corretta educazione finanziaria, l’eterno problema delle pressioni commerciali e l’importanza di un sano ricambio generazionale che permetta di investire davvero sui giovani. Questi gli argomenti affrontati da Giuliano Xausa, presidente Assonova e segretario nazionale Fabi, nel confronto in diretta streaming con il caporedattore di Investire Magazine, Marco Muffato

Colloquio-web tra Giuliano Xausa e Marco Muffato all’interno del social programme di Investire Magazine, “Investire Now”, striscia dedicata all’asset management e alla consulenza, in diretta streaming dal lunedì al giovedì alle 18.30.

È appena terminato il mese dedicato all’educazione finanziaria, è quindi naturale che si parta da questo argomento. Un ambito, questo, in cui il nostro paese ha ancora molta strada da fare, «specie se paragonato al mondo anglosassone, con una cultura del risparmio molto diversa e che, anche in Italia, andrebbe maggiormente valorizzata» esordisce Xausa.

I dati parlano chiaro: da un sondaggio apparso recentemente, risulta che l’Italia, il paese che ha “inventato” le banche, è al 63° posto per educazione finanziaria, dietro a paesi come Senegal e Madagascar. Solo il 37% della popolazione italiana ha una discreta alfabetizzazione in questo ambito. È perciò necessario muoversi per arginare il problema.

«La Fabi, anche quest’anno, è tornata in campo per promuovere e favorire la conoscenza e la competenza di tutti i cittadini su temi relativi ad economia, finanza, risparmio, prodotti bancari, con il progetto “La Fabi fa scuola”, campagna ufficialmente inserita, per il terzo anno consecutivo, tra quelle del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, organismo istituito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Parliamo di “scuola” – sottolinea Xausa – proprio perché crediamo sia fondamentale partire proprio dai ragazzi, quindi dalla scuola, investendo così nei giovani per il futuro del nostro Paese».

Ma quali sono le regole da rispettare per seguire una linea improntata a una corretta educazione finanziaria e non incorrere così in eventuali rischi?

Il presidente Assonova ci stila un breve elenco, poche regole e molto chiare, che ogni risparmiatore può fare sue:

  1. prendersi cura dei propri soldi;
  2. informarsi bene;
  3. confrontare i diversi prodotti;
  4. non firmare documenti se non si è certi del loro contenuto;
  5. valutare i rischi.

Il problema centrale rimane, tuttavia, quello della fiducia nel settore, decaduta a causa degli scandali bancari degli ultimi anni. Così Xausa riassume l’evolversi del settore della consulenza finanziaria e bancaria nei decenni: «Se, inizialmente, la regola del consulente finanziario era “confeziona al cliente un vestito su misura”, trova cioè per ogni cliente un prodotto adeguato alle sue esigenze, negli anni Novanta questa è diventata “se l’esigenza non c’è, creala”, per finire poi, con gli anni Duemila, al netto diktat “devi vendere i prodotti”».

La fredda sintesi racconta bene l’eterno nodo delle pressioni commerciali: «Il dipendente diventa spesso schiavo di tali pressioni, che sono all’origine di tanti mali all’interno delle banche. Sono così esasperate che per il dipendente la collocazione di certi prodotti diventa spesso inevitabile. È importante ricordare che nessun prodotto è, di per sé, non valido: può, tuttavia, non essere adeguato alle esigenze di un determinato cliente» specifica Xausa. E continua: «Succede anche che il dipendente ha così fiducia nella propria azienda che – ed è successo in numerosi casi – acquista anche per sé prodotti che si rivelano poi non adatti. L’errore più grave che un venditore può fare è quello di non informare completamente il cliente, sottolineando, ad esempio, che, dove c’è tanto guadagno, c’è altrettanto rischio».

E il consulente bancario è, generalmente, ancor più sottoposto a pressioni commerciali rispetto al consulente finanziario. Ma cosa può fare – chiede Muffato – un lavoratore bancario per difendersi?

«Sono due le commissioni istituite per occuparsi del problema: la commissione Abi-Sindacati, nata con l’accordo del 2017, e una commissione presente all’interno di ogni gruppo bancario», la risposta di Xausa. Che aggiunge però una nota negativa, ossia quanto siano pochi i lavoratori che davvero denunciano queste situazioni, per paura di subire trasferimenti, demansionamenti o altre conseguenze simili.

Il segretario nazionale Fabi conclude con una riflessione, che è anche un invito ai lavoratori, attuali e futuri, affinché si possa creare davvero un ricambio generazionale nel settore della consulenza bancaria e finanziaria: «Impegnarsi per lavorare in team e garantire un supporto ai giovani: chi sta per andare in pensione può farlo trasmettendo la propria esperienza, ma anche attraverso la cessione di una piccola parte del proprio portafoglio clienti ai nuovi assunti».

Roma, 3 novembre 2020

 

Di seguito, il link al video della diretta

https://www.facebook.com/Investiremag.it/videos/822383841859640/

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